STORIA

Le prime notizie del Castello di Serracapriola si hanno in un documento del 1045, quando Tesselgardo Conte di Larino, donava al Monastero di Tremiti la città di Gaudia o Civita a Mare; tale donazione fu fatta appunto "intus in Castello de Serra".

 

Originariamente del castello esisteva solo una torre, questa faceva parte delle fortificazioni  sul Fortore, confine tra i longobardi ed i bizantini.

Di questa torre ottagonale, con quattro  angoli retti e quattro acuti, probabilmente di origine normanna, si può notare la particolare tecnica costruttiva, ovvero file di mattoni disposte a spina di pesce intervallate da altre dove i mattoni sono posati regolarmente. Intorno al mastio è stato poi edificato nel XV secolo  il resto del castello,  con quattro torri circolari a scarpa negli angoli. Delle quattro quella di sud-ovest non è più visibile essendo stata inglobata nell’ampliamento dell’ala sud. Il fossato è in parte ancora visibile con uno dei due ponti levatoi.  La torre ottagonale, attualmente in fase di restauro, sebbene incassata all'interno del castello è ancora ben visibile.

 

Il Castello di Serracapriola  nel 1453 fu dato al  Gran Siniscalco  Innico Guevara. Il maniero fu anche la prima sede della Dogana delle Pecore, spostata poi  prima a Lucera e poi a Foggia. 

 

Il Feudo passò poi alla famiglia Di Capua, ai Gonzaga, ai D’Avalos ed infine ai Maresca che acquistarono il feudo di Chieuti e Serracapriola nel 1742.

 

Nel corso dei secoli sono state apportate modifiche alla struttura originaria, sia in funzione della sua utilizzazione sia nelle riparazioni effettuate a seguito  del terremoto del 1627 che interessò tutto il nord della Capitanata.

 

Da struttura fortificata militare, modificata nel tempo anche per mutate esigenze difensive, il castello fu successivamente utilizzato come ‘corte domestica’. L’accesso al piano nobile fu fatto mediante uno scalone ricavato nella torre ottagonale. Tra i numerosi ambienti, quello più rappresentativo è la così detta “sala del trono”.

 

Si tramanda che San Luigi Gonzaga, ospite dei suoi parenti, dormì una notte nel castello.

 

Nei locali sotterranei vi sono vari cunicoli tra cui l'accesso ad un ampia voragine, ancora oggi inesplorata, denominata “trabocchetto”, in cui secondo la leggenda venivano eseguite le esecuzioni captali.   

 

Serracapriola per l’aria salubre, essendo posta su un rilievo circondato da boschi, era rinomata in tutto il Regno di Napoli e denominata “il giardino della Capitanata”.

 

Il castello è tuttora di proprietà della famiglia Maresca  di Serracapriola,  che continua a gestire varie aziende agricole a Serracapriola, Chieuti ed in altri comuni della provincia di Foggia nel Sub-Appennino.

 

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